17/02/2021 | Maria Adelaide Marchesoni

A casa di Christo e Jeanne-Claude

La collezione della coppia di artisti all'asta da Sotheby's a Parigi rivela il loro desiderio di essere non solo testimoni ma anche attori del loro tempo

Parigi ha sempre occupato un posto importante nella vita e nell'opera di Christo & Jeanne-Claude dalla prima installazione in rue Visconti nel 1962 con un’accumulazione di barili di petrolio quale protesta contro il muro di Berlino eretto l’anno prima, nella capitale francese ha realizzato i suoi primi impacchettamenti con oggetti di piccolo formato, che ha esposto a Milano nel 1963, alla Galleria Apollinaire, con un testo a firma di Pierre Restany.  Per poi, sempre a Parigi, nel 1985 avvolgere con 40.800 metri quadrati di tessuto, dopo dieci anni di progettazione, il Pont Neuf, il ponte più vecchio di Parigi (nonostante il nome!) costruito alla fine del Cinquecento, che unisce, passando dall’Ile de la Cité, le due rive in un punto nevralgico della città, amministrata all’epoca dal sindaco Jacques Chirac, uomo della destra, ma che appoggiava quella politica culturale. Un progetto, come sempre, interamente autofinanziato da Christo e Jeanne-Claude. Per giungere al suo ultimo progetto l’impacchettamento dell'Arc de Triomphe che avverrà nell’ottobre di quest’anno per volontà dell’artista espressa prima della sua morte avvenuta nel maggio 2020 all’età di 84 anni.

E a Parigi Sotheby's France ha messo in vendita le opere della collezione personale di Christo & Jeanne-Claude, il 17 febbraio insieme a una vendita online. Unwrapped: The Hidden World of Christo and Jeanne-Claude mostra un'accattivante collezione  con opere e oggetti provenienti dallo studio e dalla casa newyorkese dove hanno vissuto gli artisti per tanti anni mostrando alcune delle loro ispirazioni artistiche con alcuni dei loro progetti più monumentali realizzati all'aperto, come l'impacchettamento del Pont Neuf a Parigi, insieme ad  altre opere di artisti iconici. Una collezione che rivela un lato nascosto della loro intimità e un modo unico di collezionare e riflette il desiderio di essere sia spettatori che attori del loro tempo.

Christo, The Pont Neuf Wrapped, Project for Paris, 1985

Christo e Jeanne-Claude sono nati lo stesso giorno il 13 giugno 1935, in due diversi angoli del mondo, ma fu a Parigi che nel 1958 le loro strade si incrociarono e continuarono nella stessa direzione. Tutto iniziò quando la madre di Jeanne-Claude, Précilda de Guillebon, commissionò il suo ritratto al giovane pittore bulgaro, appena arrivato a Parigi da Sofia, passando per Praga, Vienna e Ginevra, fuggendo dal regime comunista bulgaro nel gennaio 1957. Christo divenne suo malgrado un migrante, sballottato tra due mondi e l’incontro a casa de Guillebon cambierà per sempre la sua vita.
Appena arrivato in Francia, Christo incontrò artisti internazionali, tra cui Lourdes Castro e René Bértholo, così come i membri del Nuovo Realismo, che all'epoca ruotava intorno al carismatico Yves Klein e al critico Pierre Restany. Invitato da Dieter e Edith Rosenkranz a trascorrere l'estate del 1958 a Wuppertal (Germania), Christo fu introdotto in un fiorente ambiente artistico dove ebbe la possibilità di fare amicizia con Joseph Beuys, Nam June Paik, Mary Bauermeister e i fondatori del Groupe Zero. Parigi è stata testimone dell’amicizia con Arman, Daniel Spoerri, Martial Raysse e Jacques Villeglé.

Joan Miró, Figure, signé, numéroté 2/2 Fondu en bronze en 1968 par la fonderie Fundició Parellada, Barcelone. Collection Christo et Jeanne-Claude (acquis en 1980)

Nel 1964, Christo e Jeanne-Claude sbarcarono dalla SS France al porto di New York. I loro unici beni erano due materassi e Fauteuil Hoge, una sedia progettata da Gerrit Thomas Rietveld che Christo, rispettoso ammiratore del designer, aveva scambiato con una delle sue opere. Rietveld sul retro del sedile aveva realizzato un disegno raffigurante il modello, i dettagli per la realizzazione e una dedica allo stesso Christo. 
Nell’edificio, oltre alle orde di topi che avevano reclamato la vecchia fabbrica ottocentesca in disuso, quella sedia fu il primo "subaffittuario" a prendere residenza lì con Christo e Jeanne-Claude
Prima di trasferirsi, Christo e Jeanne-Claude hanno liberato i due piani da anni di polvere accumulata e pozze d'olio fuoriuscite da vecchie macchine. Hanno intonacato le pareti, riempito i buchi nel pavimento e nel soffitto, riparato e ridipinto lo spazio. Philip Glass e Gene Highstein li aiutarono a installare il bagno; Gordon Matta-Clark costruì gli armadietti.
I due piani - ognuno dei quali fu affittato per 70 dollari al mese prima di acquistare l'intero edificio - servirono come residenza, laboratorio, ufficio e spazio dedicatao alla creatività.  
Nell’edificio in Howard Street Christo e Jeanne-Claude hanno passato 56 anni.
Per Christo New York era l’unico luogo dove trascorrere la vita: "è la città più spietata e senza radici, e quando siamo tutti senza radici diventa l'unico posto che ci dà una vera immagine della vita".

Gerrit Thomas Rietveld, Fauteuil Hoge, designed in 1919, our model in 1963 wenge and paint

André Cadere, Sans titre - A 00102030 - jaune, rouge, bleu,12 segments assemblés en bois peint

I mobili, che si trovano ancora nella loro disposizione originale, sono stati recuperati dal marciapiede o costruiti dallo stesso Christo con vecchie assi di legno. Il soggiorno era austero. In una parete erano appesi vecchi ritratti di famiglia disegnati da Christo durante i suoi studi in Bulgaria. Un'altra era coperta, da una cornice ad un'altra, con tutte le opere che Christo e Jeanne-Claude avevano ricevuto in regalo nel corso degli anni, o che avevano scambiato con le loro opere. C'erano anche le opere degli artisti che apprezzavano di più: Marcel Duchamp, Ray Johnson, Saul Steinberg, André Cadere e Nam June Paik.

Claes Oldenburg Bacon and Egg; Ice Cream, and Beef Steak i. signé et dédicacé To Christos from Claes, ii. signé au dos
plâtre peint et mousseline sur de
la gaze en 5 parties et assiettes en céramique

Tuttavia, la coppia non si è mai considerata "collezionista" e gran parte delle opere che hanno raccolto sono le testimonianze di diverse amicizie e incontri.
Ogni opera era associata a un aneddoto che per loro era più prezioso dell'opera stessa. Yves Klein, Andy Warhol, Keith Haring (lui stesso grande ammiratore di Christo e Jeanne-Claude), ai loro occhi, gli artisti non erano importanti, ma lo erano certamente le storie che legavano la coppia a ciascuno di loro.

Yves Klein, Monochrome bleu sans titre (IKB 19), pigment pur et résine synthétique sur papier
Exécuté circa 1958. Collection Christo et Jeanne-Claude (échangé avec l’artiste en 1962)

Tra i ricordi dei due artisti è ben descritto l’incontro con Lucio Fontana. Nel 1963 Lucio Fontana aveva 64 anni; Christo e Jeanne-Claude ne avevano appena compiuti 28. Christo aveva visto le mostre di Fontana a Parigi alla Galerie Stadler nel 1959 e alla Galerie Rive Droit nel 1961 e, anche se entrambi avevano esposto alla Galerie Schmela e Apollinaire, i due artisti non si erano mai incontrati. Fontana era noto per essere un sostenitore della nuova generazione dell'avanguardia europea, tra cui Yves Klein, Pino Pascali e Piero Manzoni, e fu anche tra i primi ad acquistare le opere di Christo molto prima che si incontrassero finalmente a Milano il 18 giugno 1963. Quella sera alla Galleria Apollinaire di Guido Le Noci si inaugurava la mostra personale di Christo I Pacchi di Christo. Quella stessa sera, con la complicità di un Wrapped Mannequin di Christo, scattò la scintilla di una duratura amicizia tra Fontana e la giovane coppia. Prima di lasciare Milano, Christo e Jeanne-Claude visitarono nuovamente il suo studio e Fontana invitò Jeanne-Claude a scegliere una sua opera. Lei scelse un particolarissimo Concetto Spaziale Attesa, uno dei pochissimi realizzati in tela naturale, che Fontana le dedicò con affetto.

 

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, Attesa, signé, titré et dédicacé A Jeanne- Claude affettuosamente au dos toile naturelle, Exécuté en 1963. Collection Christo et Jeanne-Claude (acquis directement auprès de l’artiste en juin 1963)

Inside Christo & Jeane-Claude's Studio. Credit_ André Grossman © The Estate of Christo V. Javacheff

Christo e Jeanne-Claude Photo by Wolfgang Volz © The Estate of Christo V. Javacheff.