15/12/2019 | Silvia Anna Barrila

Collezionare a Miami

Negli ultimi 20 anni Miami è diventata un’importante destinazione per l’arte internazionale anche grazie ai collezionisti privati. Tra i più influenti, Don e Mera Rubell e Jorge M. Pérez, che a dicembre hanno aperto nuovi spazi per le loro collezioni

Da quando Art Basel è approdata a Miami Beach, nel 2001, la capitale della Florida è diventata un’importante destinazione per l’arte internazionale. Insieme alla fiera, alcuni collezionisti influenti hanno avuto un ruolo determinante nella trasformazione di Miami. Tra questi Don e Mera Rubell e Jorge M. Pérez, che in occasione dell’ultima edizione di Art Basel Miami Beach hanno inaugurato due nuovi musei per le loro collezioni.

Il nuovo spazio dei Rubell include 40 sale dove sono esposte 300 opere di 100 artisti. Sono stati selezionati dai collezionisti all'interno della loro raccolta di più di 7.200 opere di oltre 1.000 artisti che testimoniano 50 anni di collezionismo. La lista degli artisti è un who's who dell'establishment dell'arte attuale e ciascuno è rappresentato con lavori fondamentali acquistati a inizio carriera. È il caso di "Untitled Film Still (#21)" di Cindy Sherman del 1978, "New Hoover Convertible" di Jeff Koons del 1980, "Untitled (Cowboy)" di Richard Prince del 1987, "Burkhard Riemschneider" di Elizabeth Peyton del 1995, o della grande opera "Untitled" di Kerry James Marshall del 1998-99.

Al centro John Miller, A Refusal to Accept Limits, 2007, alle pareti opere di Richard Prince, Fotografia di Chi Lam, Courtesy Rubell Museum

Yayoi Kusama, Infinity Mirrored Room, Let’s Survive Forever, 2017, Fotografia di Chi Lam, Courtesy Rubell Museum

In mostra ci sono anche opere enormi come due ambienti immersivi di Yayoi Kusama e un'installazione di Carl Andre che la coppia non aveva mai potuto mostrare a causa delle sue dimensioni. E poi, ancora, cinque sale sono dedicate agli artisti dell'Appropriation art della New York degli anni 80 come David Salle, Robert Longo e Louise Lawer, altre sale agli artisti di Los Angeles come Baldessari, Mike Kelley, Barbara Kruger, Paul McCarthy, altre ancora ai tedeschi Neo Rauch, Anselm Kiefer, Isa Genzken. Una sala è dedicata all'astro nascente Amoako Boafo, artista del Ghana residente a Vienna, i cui ritratti hanno registrato il tutto esaurito alla scorsa edizione di Art Basel Miami.

La storia espositiva della collezione è iniziata 26 anni fa nel quartiere di Wynwood all'interno di un ex-deposito dell'agenzia federale antidroga. Da allora, quello che era un quartiere criminale è diventato un'area alla moda, anche grazie alla presenza dei Rubell. Il nuovo museo si trova nel quartiere di Allapattah e occupa sei edifici industriali dismessi. Lui un ex-ginecologo e lei un'ex-insegnante, Don e Mera Rubell non hanno mai avuto un art advisor, le loro scoperte sono avvenute andando a visitare gli studi degli artisti spesso prima che avessero la prima mostra in galleria. Oltre a comprare agli inizi della carriera, sono soliti comprare gruppi di opere. Sono molto influenti, infatti sono tanti gli emulatori delle loro mosse, che cercano di speculare comprando e vendendo a ritmo elevato.

Come i Rubell, anche Jorge M. Pérez ha da poco inaugurato un nuovo spazio per la sua collezione nel quartiere di Allapattah. Si chiama El Espacio 23 e si trova in un ex-magazzino di prodotti per la pulizia. Pérez inizialmente cercava un deposito per la propria collezione, ma quando lo ha trovato ha stabilito che era troppo bello per tenerlo chiuso e ne ha fatto un museo privato che prevede anche alcuni appartamenti per residenze per artisti e curatori. La prima mostra include 100 opere di 80 artisti latino-americani e internazionali che l'imprenditore argentino ha collezionato dal 2012 ad oggi, cioè quelle opere acquistate successivamente alla grande donazione al Pérez Art Museum, il museo di Miami ospitato nello spettacolare edificio progettato da Herzog & de Meuron, che da allora, infatti, ha preso il suo nome. Mentre la collezione precedente era molto incentrata sull'arte latino-americana, questa è più rivolta alla scena internazionale. Intitolata "Time For Change: Art and Social Unrest in the Jorge M. Pérez Collection", l'esposizione raccoglie opere che scuotono le nostre coscienze toccando temi attuali e scomodi. Tra gli artisti inclusi ci sono Yinka Shonibare, Fernando Sánchez Castillo, Jonathas de Andrade, Barthélémy Toguo e Rirkrit Tiravanija.

L'esterno del nuovo museo di Jorge M. Pérez a Miami

Nel quartiere di Wynwood, il design destrict dove fino a poco tempo fa avevano sede i Rubell, sono rimaste altre collezioni d'arte molto note, come quella di Martin Z. Margulies, che include più di 5.000 opere. Aperta nel 1999, quest'anno festeggia i 20 anni di attività e impegno non solo a livello espositivo, ma anche didattico.

Un'altra collezione oramai storica nell'area è quella di Rosa e Carlos de la Cruz, che quest'anno celebra 30 anni di apertura al pubblico (dal 2009). La coppia ha iniziato a collezionare negli anni 80 e già allora apriva il proprio appartamento su appuntamento. Anche in questo caso, al centro della collezione ci sono opere che si interrogano sulle questioni rilevanti della contemporaneità. La mostra attuale, intitolata "From Day To Day", prende spunto da un libro di Pier Paolo Pasolini che è stato donato loro da Félix González-Torres e include l'opera di Glenn Ligon "Notes for a Poem on the Third World", che si ispira allo stesso Pasolini.

Un'installazione di Ernesto Neto alla The Margulies Collection at the Warehouse

Sempre nel Design Destrict si trovano altre due collezioni. Una è quella di Craig Robins, immobiliarista e sviluppatore del distretto del design, oltre che co-fondatore della fiera Design Miami/. Ospitata su due piani nei suoi uffici, la raccolta include importanti pezzi di design accanto ad opere di artisti come Kehinde Wiley, Camille Henrot, Nicole Eisenman, Paulina Olowska, Ella Kruglyanskaya, Urs Fischer, Jenny Saville, Martin Kippenberger, Tshabalala Self, Njideka Akunyili, Franz West, Pawel Althamer.

Nello stesso edificio al primo piano si trova, invece, la collezione dell'imprenditore venezuelano Juan Carlos Maldonado. La sua collezione è iniziata nel 2002 rivolgendosi prima alle opere dell'astrattismo geometrico latino-americano, per poi ampliarsi alle interpretazioni internazionali dello stesso movimento. Lo spazio espositivo è stato inaugurato quattro anni fa. Mentre nelle prime due mostre è stato esposto il nucleo principale della collezione, la terza mostra ha messo in dialogo le opere d'arte moderna con alcuni cesti della tradizione indigena venezuelana. Maldonado, infatti, possiede una delle più importanti raccolte di cesti Ye'kwana, acquistati dall'antropologo Charles Brewer-Caríasa, che li ha raccolti a partire dagli anni 60. Si tratta di una tradizione oramai scomparsa, che il collezionista ha accostato all'astrattismo geometrico della sua collezione d'arte, creando un dialogo tra primitivismo e modernità. La mostra attuale, invece, mette in dialogo l'arte moderna con alcune opere più contemporanee di artisti come Los Carpinteros e Carlos Garaicoa.

Una collezione privata, aperta esclusivamente ai Vip di Art Basel Miami Beach durante la fiera, è quella di  Debra e Dennis Scholl, una coppia che ha iniziato ad aprire la propria casa 19 anni fa, quando la fiera è approdata in Florida. Ogni anno i due invitano un curatore a scegliere delle opere dalla loro collezione e ad allestire una mostra nel loro appartamento all’interno di un complesso residenziale affacciato sul parco non lontano dal Convention Center, dove si svolge Art Basel. La coppia non interviene nella scelta e accetta di vivere con le opere selezionate per un anno. Questa volta è toccato a JoAnne Northrup del Nevada Museum of Art, un’istituzione alla quale la coppia ha donato delle opere. Il compito non è facile poiché gli Scholl regolarmente reinventano la propria collezione spostando il focus del loro interesse. Oltre all'arte contemporanea internazionale si sono concentrati sull’arte aborigena australiana, per la quale sono stati capaci di creare una maggiore consapevolezza a livello internazionale. Inoltre, collezionano opere su carta di artisti moderni e contemporanei, come Hedda Sterne, Jim Dine, Sol Lewitt, Dan Flavin, Donald Judd, Fred Sandback. Grazie alla loro apertura sono riusciti a creare un dialogo proficuo tra artisti outsider e nomi affermati, come dimostra, per esempio, l’accostamento in salotto di un dipinto di Yukulti Napangati, artista aborigena che con la vendita dei suoi dipinti sostiene la sua comunità, a fianco ad una grande installazione in feltro del minimalista Robert Morris. Entrambe le opere rappresentano, ciascuna a suo modo, un’espressione della forza femminile. Altri artisti in collezione sono Huma Bhabha, Franz West, Willem de Kooning, Peter Halley, Mark Grotjahn, Jeremy Deller, Julie Mehretu, Los Carpinteros.