11/12/2025 | Maria Adelaide Marchesoni

Collezione Sidoli

Sandra Varisco ed Eugenio Sidoli collezionano arte contemporanea lontano dai percorsi più battuti. Da oltre vent’anni scelgono artisti e progetti fuori dal circuito ufficiale, trasformando la collezione in una pratica viva e condivisa

Cosa significa per voi “collezionare”?

Per la maggior parte delle persone una collezione è una raccolta, più o meno strutturata, di oggetti con un’identità comune. Il collezionista riunisce ciò che è affine - dice Benjamin - e intraprende una lotta contro la dispersione. Non c’è dubbio che anche la nostra collezione d’arte abbia entrambe le caratteristiche. Collezionare, per me ed Eugenio, ha però assunto una dimensione progettuale che eccede la missione del “riunire” e del “salvare”. Da molti anni acquisiamo la maggior parte delle opere d’arte come risultato del nostro intraprendere, progettare e collaborare con gli artisti.

Andreco, GROUNDWATER, 1080, Ph. Fabrizio Cicconi

Quando e perché avete iniziato a collezionare?

Sono un bibliofilo, ho collezionato oggetti fin da quando ero adolescente. Il collezionare è la mia euristica; apprendo creando un rapporto con gli oggetti che entrano nella mia vita. Al collezionismo di arte contemporanea però mi sono avvicinato solo con Sandra, nei primi anni 2000, appena sposati. Vivevamo in Serbia ed io con Philip Morris avevo promosso un concorso per giovani artisti; un’occasione unica per esplorare il mondo del contemporaneo. Avevamo due appartamenti - a Nis e a Belgrado - con tutte le pareti vuote ed abbiamo incominciato così a visitare qualche studio per acquisire le nostre prime opere.

Nuria Mora,Totems, Ph Fabrizio Cicconi

Con chi condividete la passione?

In primis tra noi due. L’arte è veramente uno spazio di coppia, fonte di complicità e di impegno quotidiano comune; poi con gli artisti, i curatori e i critici che frequentano casa nostra; ed infine con chiunque varchi la soglia di SpazioC21 per sapere di cosa ci occupiamo e perché.

E con altri collezionisti?

Si, negli anni abbiamo conosciuto e frequentato molti altri collezionisti, sia in Italia che all’estero. Abbiamo appreso che avere un network di relazioni per confrontarsi e per condividere le scelte che fai è molto importante. Abbiamo anche collaborato con alcuni di essi nella realizzazione di qualche mostra.

Antwan Horfee, My Rug your Arms, 2023, Ph Fabrizio Cicconi

Il focus della vostra collezione se esiste.

All’inizio abbiamo scelto solo in base all’estetica, opere che ci hanno trasmesso vibrazioni. Poi, all’aumentare delle acquisizioni, ci siamo posti la questione dell’identità della nostra collezione e della sua nel tempo. Ci siamo chiesti cosa avrebbero potuto raccontare un giorno le opere che avevamo acquistato e se sarebbero state capaci di esibirsi in un coro.
Per questo da 15 anni ci siamo dati una missione ed il nostro collezionare si è specializzato. Acquistiamo opere di artisti di qualunque nazionalità che siano cresciuti nelle sottoculture metropolitane, che abbiano iniziato la loro carriera dedicandosi ad una o più delle varie forme di arte pubblica non commissionata come i graffiti, gli stencil o la poster art.
Temporalmente la nostra ricerca nasce nella New York degli negli anni Settanta - ispirata da esperienze come Colab e Fashion Moda - e si estende fino all’oggi. Lo spazio artistico che ci interessa è multimediale, perché comprende le fotografie e le serigrafie, le tele e le sculture, le xerox e i poster, la video arte e le opere in materiali riciclati. Ci siamo appassionati all’attivismo artistico e a quelle espressioni di opposizione all’arte ufficiale che si sono sviluppate nell’underground delle metropoli, in primis quelle nelle quali abbiamo vissuto. L’arte sui muri ci ha sempre accompagnati nella nostra vita da espatriati, sia in Serbia che in Spagna, fino a Roma. Qualcuno identifica il nostro ambito come “post-graffiti”, ma la definizione è un po’ riduttiva perché esclude artisti che sono rilevanti per noi come John Fekner, John Ahearn, Richard Hambleton, Ken Hiratsuka, Keith Haring, Zeus, Invader o Shepard Fairey... che i graffiti non li hanno mai fatti.

Eurasia, 2022, Ph Fabrizio Cicconi

Escif, Sorry for fukushima, Ph Fabrizio Cicconi

Come è nato il progetto SpazioC21?

È stato il naturale sviluppo della consuetudine di ospitare residenze; in principio l’invito agli artisti era per realizzare un’opera per la nostra collezione. Poi qualche amico ci ha chiesto di poter partecipare alla commissione e ci è venuta voglia di provare a promuovere il lavoro di quegli stessi artisti anche ad altri appassionati. 5-10 opere sono già una piccola mostra. Avevamo un luogo adatto per far lavorare gli artisti e per esporre i loro lavori... e ne abbiamo approfittato.

EGS, Installazione a Villa Levi Terrachini, Reggio Emila, Ph Fabrizio Cicconi

Quali sono stati i progetti che hanno arricchito lo spazio in passato?

Dal 2018 abbiamo organizzato e promosso più di 30 mostre con altrettanti artisti. Tutti i progetti esposti a SpazioC21 sono stati concepiti in collaborazione e sono stati finanziati e prodotti da noi a Reggio Emilia; tutti sono sviluppati “on site” e sono progetti complessi: dalle grandi rayografie in camera oscura realizzate con Marco Grassi PHO, alle ceramiche extra-large di Nuria Mora; dal pavimento in marmo inciso da Stefano Serretta, alle sculture di MP5, fino all’ultima realizzazione di vetri soffiati realizzati con EGS a Murano.

EGS, SPAZIOC21, Installazione in galleria, Ph Fabrizio Cicconi

EGS, SPAZIOC21, installazione a Villa Levi Terrachini a Reggio Emila, Ph Fabrizio Cicconi

Ci presentate l'ultimo progetto dedicato ad un solo show dell’artista EGS?

EGS è un artista finlandese con più di 20 anni di carriera; dipinge e scolpisce, in particolare il vetro soffiato; ha all’attivo molte mostre collettive e personali che gli hanno costruito la popolarità di cui gode nei mercati del nord Europa. È anche una leggenda nel mondo dei graffiti. Ci frequentiamo dal 2016 quando abbiamo acquisito le sue prime opere - tra cui una delle prime sculture in vetro - in una mostra collettiva di post-graffiti a Modena. Il codice e l’eclettismo della sua produzione ci hanno subito colpiti. Siamo stati ospiti al suo primo solo show alla Kunsthalle di Helsinki, nel 2018, ed abbiamo pianificato da allora di sviluppare una produzione insieme.

EGS, work in progress at LASISMI, Courtesy: SPAZIOC21, Ph Marko Rantanen

Che collaborazione avete sviluppato con la vetreria d’arte SEGUSO di Murano?

La residenza che abbiamo pianificato comprendeva sia una produzione di tele che un dialogo tra la tradizione del vetro finlandese e quella veneziana. Abbiamo costruito un ponte tra Seguso Vetri d’Arte, a Murano, e la vetreria Lasismi a Rijimaki. La mostra INVISIBLE IDENTITY presenta 30 sculture in vetro soffiato realizzate a quattro mani tra l’artista ed i maestri vetrai, ora esposte a Villa Levi Terrachini a Reggio Emila, poco distante dallo SpazioC21 e visitabile fino al 15 dicembre 2025.

Per ogni mostra che proponiamo realizziamo un libro d’artista che in questo caso documenta il backstage delle produzioni dell’artista attraverso gli occhi di tre fotografi d’eccezione: Paolo Pellegrin, Valerio Polici e Marko Rantanen.

Eugenio e Sandra Sidoli