11/08/2020 | Maria Adelaide Machesoni

Fondazione Dalle Nogare

A Bolzano il collezionista Antonio Dalle Nogare espone al pubblico la sua collezione in un edificio contemporaneo scavato nella roccia

Antonio Dalle Nogare si è avvicinato poco più che ventenne all’arte contemporanea. Fino 18 anni la sua vera passione è stata il tennis, al quale ha dedicato diversi anni della sua vita con una speranza: poter giocare da professionista. Quando il sogno si è infranto la vita ha preso un altro corso. All’inizio l’arte ha assunto il ruolo di valvola di sfogo per allontanarsi dallo stress quotidiano. Il tempo libero viene dedicato a visitare mostre, studiare cataloghi e conoscere artisti, un modo per continuare a sognare e ampliare gli orizzonti. Oggi l’arte contemporanea è diventata parte integrante della sua vita.

Haegue Yang, Sol LeWitt Upside Down onto Wall – White Five Part Modular Piece, Scaled Down 28 Times, 2016
, Courtesy Fondazione Antonio Da

La collezione privata di Antonio Dalle Nogare nasce a metà degli anni Ottanta. Al centro la sua passione per l’arte concettuale e minimal degli anni ’60 e ’70 che si arricchisce con opere dei maestri della seconda metà del XX secolo.  Carl Andre, Günther Förg, On Kawara, Martin Kippenberger, Joseph Kosuth, Richard Long, Piero Manzoni, Olivier Mosset, Blinky Palermo, Richard Long, James Turrell per citare solo alcuni nomi.

Non mancano i protagonisti dell’Arte Povera: Giovanni Anselmo, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giuseppe Penone ed altri.

Carl Andre, 68 Part Iron Cut, 1972
68 eletrical steel laminae 
22 x 345 cm
; Courtesy Fondazione Antonio Dalle Nogare

Richard Long, Little Tejunga Canyon Line, 1984
Granite stones 
15 x 1050 x 120 cm; 
Courtesy Fondazione Antonio Dalle Nogare


In seguito la passione diventa desiderio di condivisione. Antonio Dalle Nogare decide di costruire un luogo dove accogliere le opere della sua collezione, mostrarle, condividerle e nel 2018 nasce la Fondazione Antonio Dalle Nogare per promuovere l’arte contemporanea, intesa come linguaggio per leggere i cambiamenti della società, come strumento di dialogo tra arte, architettura, innovazione e ricerca artistica e per avvicinare al contemporaneo un pubblico sempre più ampio.

Su una superficie di 1200 mq gli spazi espositivi dell’edificio di Via Rafenstein si uniscono alla biblioteca, gli uffici e la zona privata. Strutture e forme estremamente contemporanee e ricercate, che sembrano quasi scaturire dalle rocce primigenie retrostanti. Vetro, legno naturale e soprattutto porfido – la materia primaria utilizzata, scavata sul luogo e rigenerata a nuova vita – creano insieme un suggestivo gioco di interazione e fusione tra architettura, natura, arte e fascino ambientale. 

Diversi artisti sono stati invitati a soggiornare per interagire con la struttura, prendere ispirazione, scambiare idee e formulare progetti che culminano nella creazione di opere d’arte site-specific.

Tra queste, due installazioni degli artisti artisti americani, Dan Graham e Robert Barry.  L’opera di Dan Graham consiste in un padiglione in vetro riflettente ed acciaio inossidabile collocato nel giardino della Fondazione. Per le sue proprietà di riflessione, l’opera cambia continuamente in base al percorso del visitatore, alle condizioni della luce e alla natura circostante.

Dan Graham, Bolzano Pavilion, 2008, 
Two-way mirror, stainless steel 225x705x300 cm; 
Courtesy Fondazione Antonio Dalle Nogare


Robert Barry ha realizzato un’opera per le vetrate della biblioteca: l’istallazione “Beyond, Instead, Possible…” nasce dal confronto diretto fra Antonio Dalle Nogare e Robert Barry ed è particolarmente influenzata dall’ambiente naturale che circonda l’edificio. La luce e la natura modificano di ora in ora il lavoro, che si presenta, quindi, in continua evoluzione.

Robert Barry, Beyond, Instead, Possible..., 2012, 
Window decal, various dimensions, Courtesy Fondazione Antonio Dalle Nogare


I format espositivi della Fondazione spaziano dalle mostre di artisti emergenti internazionali che vengono invitati a realizzare opere nuove che si interfacciano con il territorio alle grandi mostre curate da Vincenzo De Bellis, curatore al Walker Art di Minneapolis, a quelle nate in collaborazione con le istituzioni locali come Museion, Ar/Ge Kunst, Kunst Merano Arte. 

Il 15 agosto è terminata Up The Heavies, personale dell’artista tedesco Peter Wächtler. Il titolo, letteralmente "Sollevare i pesi", gioca con l’idea degli opposti: velocità e lentezza, pesantezza e leggerezza, astrazione e figurazione, grandezza e piccolezza, narrazione e rappresentazione, specificità e generalismo.

La prossima mostra, dal 12 settembre al 6 giugno 2021, è la personale dedicata  a Robert Breer (Detroit, Michigan, USA, 1926 – Tucson, Arizona, USA, 2011), dal titolo Time OutAttraverso la selezione di più di 60 opere è possibile ripercorre la carriera dell’artista, pioniere nelle tecniche di animazione, uno dei fondatori dell’avanguardia americana e tra gli autori più innovativi del cinema sperimentale.  Partendo dalla pratica pittorica e muovendosi poi in quella filmica, l’esposizione dà visibilità a una corposa selezione di disegni e sculture e riunisce per la prima volta in Italia un’ampia selezione di dipinti, film sperimentali e sculture realizzati dall'artista dai primi anni 50 del secolo scorso fino al 2011, anno della sua scomparsa.