15/03/2021 | Maria Adelaide Marchesoni

La collezione d’arte dell’Ingegner Rosario Bifulco

L'arte africana è al centro dei suoi interessi, ma non mancano altri filoni tra cui l’arte orientale, quella europea e anche la giovane arte italiana

L'ingegner Rosario Bifulco, attuale presidente di Finarte, nella sua carriera ha occupato posizioni in molte realtà industriali italiane come Mittel, Lottomatica, Gruppo Fiat e DeA Capital, è un appassionato collezionista. Condivide la passione con la moglie e la scelta delle opere è un lavoro di squadra: lui fa una prima selezione e la moglie, curatrice della collezione, cattura nelle opere gli aspetti che a lui sono sfuggiti.

Aboudia Abdoulaye Diarrassouba, Untitled, 2014, Mixed media on canvas

Perchè  ha iniziato a collezionare?
Mi piace collezionare. Una grande passione. Davanti ad un’opera d’arte ricevo un’energia positiva. Collezionare è legato al fatto che ho un po’ il senso del possesso e quindi in realtà contemplare a volte non è sufficiente e in fondo mi piace possedere l’opera d’arte.

Con chi condivide la passione?
Con mia moglie che in sostanza è la curatrice della collezione. Rispetto al sottoscritto riesce a vedere un’opera d’arte più in profondità e a percepire quello che io non vedo, anche per il fatto che mia moglie è un’artista. Alcuni aspetti di un’opera che mi sfuggono sono invece catturati da lei. In pratica, faccio una prima selezione di opere d’arte basata sul mercato e sul fattore estetico.

 Quando?
Quasi ogni giorno, soprattutto durante la notte quando mi dedico a setacciare online le proposte delle gallerie o delle case d’aste. In seguito sottopongo a mia moglie le mie scelte per avere la sua opinione sulla qualità delle opere.

Alexander Jane, Something’s going down, 1993-94, Synthetic clay, oil paint, wood, alluminium, leather and prints

Wim Botha, Senza titolo (i testimoni serie v), 2011 Art catalogues, two screws with washers and screw nuts on wood base

Il focus della sua collezione è sull’arte africana: per quale motivo?
Ho una collezione di 400 opere internazionali e circa un terzo sono di arte africana e afro americana, l’arte della diaspora. L’arte africana è una presenza fondamentale ma non esclusiva. In realtà con mia moglie abbiamo cominciato a comprare arte circa 30 anni fa a Torino poi per molto tempo non abbiamo comprato nulla e abbiamo ricominciato circa una decina di anni fa. Nel frattempo avevo perso tutto il fenomeno dell’arte cinese, ho assistito alle rivalutazioni esagerate dell’arte cinese e in quel periodo mi sono imbattuto per caso in alcune mostre da Primo Marella a Milano. Dopo alcune riflessioni, come ad esempio che l’Africa era un continente che mi attirava, 54 è la mia data di nascita ed è il numero dei paesi africani, ho capito che l’arte africana poteva essere il nuovo filone per una prossima rivalutazione. Inoltre ho scoperto alcune opere di alcuni artisti africani che avevano un’energia incredibile, una pittura po’ primordiale rispetto alle proposte artistiche del mondo occidentale, dove questa energia era meno presente. A quel punto mi sono concentrato maggiormente sull’arte africana.

Andrianomearisoa Joel, Sentimental cabinet, 2014, Mixed media

Cosa pensa dei prezzi segnati da alcuni artisti africani negli ultimi anni?
Purtroppo come al solito ci sono alcuni movimenti speculativi. Alcune gallerie hanno un po’ alimentato questo movimento speculativo accaparrandosi alcuni artisti che in seguito hanno visto esplodere in asta i prezzi delle loro opere. Non sono molto contento di questo comportamento. Il rischio è sempre quello di infilarsi in questa onda speculativa e poi trovarsi con nulla o poco in mano.

Kader Attia, Untitled, 2014, (collage en volume), Scooter shells, card box, fiberglass

Quali sono i criteri con cui sceglie un'opera o un artista?
Premesso che ho un gusto prevalente per il figurativo e per la fotografia. In realtà dire quale è il criterio non è semplice. Ho un approccio sia razionale sia estetico legato per lo più al gusto. La razionalità mi spinge a indagare sulla carriera dell’artista, dove ha esposto, se è stato citato o presentato da qualche critico d’arte, la rivalutazione sul mercato delle sue opere nel corso del tempo, sono alcuni criteri razionali che di solito seguo. Poi c’è la selezione basata sul gusto.

Vanessa Beecroft, Vb52.003.nt, 2003, Digital c-print, mounted on diasec

Dove compera le opere?
In galleria, in fiera e in asta. Partecipo anche alle aste che si svolgono nel Far East, culturalmente diverse, velocissime con una lingua che non aiuta. Molto più spesso alle aste che si svolgono a Londra e negli Stati Uniti.

Quali fiere frequenta?
Ho sempre frequentato le fiere più importanti compresa 1:54 Contemporary African Art.

Mounir Fatmi, History is not mine, 2012, Paper collage on canvas, installation video, mixed media

Quale aspetto del collezionare preferisce: cercare, trovare o possedere?
Faccio fatica a dare una risposta. Sono tutti e tre aspetti che mi piacciono. Premesso che ogni giorno dedico un paio d’ore, in prevalenza nelle ore serali o durante la notte, alla ricerca. Sul mio iPad esamino le proposte delle gallerie oltre alle opere che saranno battute in asta. Quindi cercare sicuramente mi piace, trovare ti dà molta soddisfazione e possedere, in certi casi, ancora di più. Anche se alcune volte il fatto di possedere deve sempre confrontarsi anche con il senso di colpa di aver speso tanti soldi.  Forse fra i tre aspetti, trovare è quello che mi da più soddisfazione ed è anche gratuito!

Ha mai presentato pubblicamente la sua collezione d'arte africana?
Ho prestato alcune opere. Mi piacerebbe avere in futuro un luogo dove poter esporre le opere e farle fruire a terzi e non soltanto al sottoscritto. Sono sempre alla ricerca di un luogo.

Rashid Johnson, The new negro escapist social and athletic club (emmett), 2008, Lambda print in artist’s frame, foun object, steel, cinder blocks and wax

Quali opere o artisti vorrebbe aggiungere alla sua collezione nei prossimi dodici mesi?
La mia collezione sta crescendo sempre di più e, da un po’ di tempo, ho deciso di coinvolgere alcuni curatori per farmi dare una loro opinione e progettare il futuro della collezione. Ad esempio una collezione più focalizzata oppure un upgrading ovvero al posto delle opere minori di alcuni artisti sostituirle con altre più importanti. Mi sto facendo queste domande proprio perché la collezione sta diventando importante. Quindi sto attuando una revisione curatoriale della collezione. Per questo motivo da un lato ho alcune opere di artisti che mi piacciono che vorrei comprare anche se hanno raggiunto prezzi elevati e, dall’altro ho una lista di una decina di opere che sono in attesa per un eventuale acquisto.

Qualche esempio?
Se dovessi fare un upgrading della collezione africana mi manca un’opera importante di William Kentridge e vorrei comprare un lavoro di Yinka Shonibare. Mi piacerebbe avere anche altri artisti che di recente hanno segnato prezzi elevati. Ho cercato sin dall’inizio di comprare un’opera dell’artista nigeriano-americano Toyin Ojih Odutola, ma i prezzi sono schizzati e alla fine non l’ho comprato. In verità cerco anche di evitare quelle che considero anche delle trappole.  Invece tra gli artisti che sto osservando con maggiore interesse e sono nella lista dei desideri vi è la fotografa e filmakeramericana Ayana V. Jackson, i sudafricani Kendell Geers, Zanele Muholi.

Kentridge William, Triumphs and laments, 2015 Collage su carta

E l’arte italiana ha uno spazio nella sua collezione?
Si gli artisti italiani sono presenti nella collezione sia giovani e meno giovani. Tra quelli che sto guardando con interesse ci sono Patrizio di Massimo, Marinella Senatore e Paolo Ventura

 Tra i protagonisti del mondo dell'arte che ha conosciuto ci racconta qualche aneddoto?
Come dice mia moglie non sempre le esperienze sono in linea con le aspettative per cui se dovessi dire un artista che mi ha colpito in modo particolare come persona non mi viene in mente un nome. Tra i momenti che ricordo come esperienza piacevole e positiva è stata la giornata con l’artista fotografa indiana Dayanita Singh che ha realizzato foto della mia famiglia. Un altro ricordo è stata la cena con l’artista filippino Ronald Ventura. Apprezzo molto la sua capacità pittorica, ma durante l’incontro non mi ha trasmesso la stessa energia che vivo e ricevo guardando le sue opere. Forse anche a causa della lingua. Prossimamente, appena possibile, dovrei incontrare William Kentridge.

Francesco Gennari, Autoritratto come equinozio di primavera, 2020, Inkjet print on 100% cotton paper on dibond, in artist's painted wooden frame

Paolo Ventura, La casa gialla 2, 2017, Hand-painted photo collage on paper

Pamela Phatsimo Sunstrum, The dove, 2018, Pencil and acrylic on wood panel

Paola Pivi, Senza titolo, 2004, Coloured plastic beads, threads and wood

Come ha reagito durante il lockdown? L’arte l’ha aiutata a superare il difficile momento oppure c’è stato un distacco?
Durante il lockdown l’arte mi ha sicuramente aiutato. Mi sono dedicato e mi ha permesso di distrarmi dalla situazione problematica. Quello che mi è mancato e mi manca tuttora con la pandemia non è solo la fiera di per sé che ti permetteva di vedere concentrate in uno solo spazio tante opere e gallerie, ma tutto il rituale: rivedere i galleristi, altri collezionisti, tutta l’atmosfera che la fiera fisica riesce a realizzare e a trasmettere. Per essere obiettivi tutto lo sviluppo online con le Online viewing Room è abbastanza efficace per cercare e selezionare le opere, ma mi manca il momento di socialità. E poi vedere le opere dal vivo insieme al gallerista o il mercante d’arte è diverso e l’occasione di comprare è più forte e immediata. 

Nandipha Mntambo, Sengifikile, Scultura in bronzo

Pro e contro i social network. Il ruolo dei social network nelle sue scelte: fonte di ispirazione e/o informazione?
Tutta la mia fonte di informazione proviene dal web non solo nell’ultimo anno che ovviamente si è intensificata, ma da sempre. Informazioni dalle aste, dalle gallerie, dalle fiere, in prevalenza online. Per fortuna in questo periodo le proposte online hanno colmato il vuoto che si è verificato con il lockdown che non mi ha permesso di frequentare le gallerie in Italia e all’estero.

Pro e contro il prestito d’arte.
Pro senza dubbi. Presto opere della mia collezione quando mi viene chiesto. L’occasione in cui ho prestato più opere della mia collezione è stato in occasione della mostra nel 2017 Il Cacciatore Bianco, ai Frigoriferi Milanesi a cura di Marco Scotini.

Rosario Bifulco