11/09/2020 | Maria Adelaide Marchesoni
La collezione Julius Baer
Oltre 5.000 opere d'arte contemporanea di artisti svizzeri esposte nelle sedi della banca
Julius Baer Art Collection comprende oltre 5.000 opere d'arte contemporanea svizzera che, distribuite su una vasta gamma di media, sono esposte negli uffici della banca di tutto il mondo. L’inizio della collezione risale al 1981 per desiderio di Hans J. Baer (1927-2011), ispirato dalla sua convinzione che l'arte sul posto di lavoro sia un ottimo punto di partenza per una conversazione. Oggi, le opere continuano a coinvolgere e ad incuriosire sia i dipendenti che i clienti in visita.
Cinzia Sanvido, membro della Commissione d’arte che seleziona e decide l’acquisizione delle opere d’arte, ci spiega come avviene questo processo e le caratteristiche della collezione.
Come e quando è nata la collezione?
La famiglia che fondò l’Istituto collezionava sin dagli anni ’30 del secolo scorso, e nel tempo sviluppò numerosi contatti e rapporti d’amicizia con artisti residenti in Svizzera e Istituzioni museali, da qui l’interesse per estendere il collezionismo nell’azienda. La JB-Art Collection è stata fondata nel 1981 da Hans J. Baer (1927-2011), membro della famiglia fondatrice dell’Istituto.
Per quale motivo?
L’idea fu (e lo è tuttora) di acquistare ed esibire nelle varie location del Gruppo arte contemporanea svizzera con l’intento di sostenere giovani artisti svizzeri o con una connessione con la Svizzera.
Perché solo artisti svizzeri o connessi con la Svizzera?
Si vuole così sottolineare la nostra “swissness”, le nostre radici.
Perché l'arte è importante per JB e come vede il suo ruolo all'interno della scena artistica?
È importante perché ha lo scopo di sostenere la scena artistica svizzera tramite acquisizioni di opere d’arte e di promuoverle attraverso prestiti a musei e/o pubblicazioni.

Christine Streuli (*1975), Feuerrad, 2006, lacca su cotone, 240 x 190 cm (detail)
In collezione artisti emergenti, mid-career o affermati?
Al momento della prima acquisizione gli artisti sono spesso agli inizi della loro carriera ma allo stesso tempo dimostrano già un importante potenziale. Li seguiamo poi nel loro sviluppo e cerchiamo di acquisire ulteriori opere durante il loro percorso. Per artisti meno giovani o affermati, ma già presenti in Collezione, ogni tanto effettuiamo un acquisto strategico per completare il gruppo di opere già presenti.
Le opere o gli artisti più importanti in collezione?
Ecco alcuni artisti: Pipilotti Rist, Roman Signer, Ugo Rondinone, Dieter Roth, John M. Armleder, Fischli & Weiss, Balthasar Burkhard, Christian Marclay, Markus Raetz.

Sylvie Fleury (*1961), Colorful 5 (Gold and Blue), 2018, acrilico su tela sagomata, 101.5 x 156.5 x 6.7 cm

Sylvie Fleury (*1961), Egoïste, 2000, neon bianco, 8.8 x 50.8 x 3.1 cm

Valentin Carron (*1977), Low low, Lorraine aimless, 2013, fusione in bronzo, 21.9 x 36.8 x 5.1 cm

Francisco Sierra (*1977), Malewitschs Quadrat fliegt mit dem Jetpack davon, 2012, olio su legno, 28.5 x 35 cm

Vittorio Brodmann (*1987), Barking up a Tree, 2016, olio su tessuto, doppio lato, 208 x 142 cm ciascuno
La prima opera entrata in collezione?
Purtroppo non siamo in grado di dirlo poiché il data-base è stato organizzato anni dopo la prima acquisizione. Posso però menzionare le prime fotografie che entrarono in Collezione: si tratta di Stiller Nachmittag di Fischli / Weiss nel 1985. Seguì poi Beat Streuli nel 1998. Una decennio dopo, fu acquisito il primo video, si tratta di un lavoro di Pipilotti Rist.
E gli acquisti più recenti?
Flesh and wool di Valentin Carron. E’ un artista mid-career vallesano, che reinterpreta il familiare universo iconografico in modo da farlo sembrare ambivalente ed estraneo.

Shahryar Nashat (*1975), Not the Stuff of Stone, 2011, gesso, pigmenti colorati e acciaio, 62 x 135 x 35 cm

Claudia Comte (*1983), Lapin africain 3, 2014, legno di cedro 33.5 x 20 x 9 cm
Il mezzo espressivo prevalente e quello entrato di recente in collezione?
Sono presenti tutti i media: dipinti, acquarelli, disegni, collage, sculture, installazioni, video, fotografia… La caratteristica è quella di spaziare fra le diverse tecniche, dunque sono praticamente tutte presenti.

Taiyo Onorato & Nico Krebs (*1979/*1979), Building Berlin (Marzahn 1), 2009, stampa in gelatina d’argento, 131.3 x 104.7 cm

Taiyo Onorato & Nico Krebs (*1979/*1979), Fermo immagine da: Fire, 2014, 16 mm video trasferito su SD DVD 6’59’’

Christian Marclay (*1955), Telephones, 1995, video a colori e in bianco e nero, sonoro 7’35’’, 7' 35''

Beat Streuli (*1957), Sydney, Melbourne 97/98, 1997/1998, c-print su carta, 181 x 244 cm
Dove effettuate gli acquisti: gallerie, aste, fiere?
Prevalentemente ci rivolgiamo alle gallerie, con le quali si instaura un buon rapporto di fiducia reciproca. Naturalmente poi non manchiamo di visitare ArtBasel e ArtGenève ogni anno e anche in quell’occasione acquistiamo, come pure in altre Fiere. Le aste le seguiamo per tenerci informati sull’andamento di mercato dei nostri artisti.

Shahryar Nashat (*1975), Attend to the Wound, 2012, c-print e offset print su carta, 50 x 44 cm, 100 x 70 cm

Francisco Sierra (*1977), Ancestors, 2014, olio su tela, 240 x 170 cm

Shahryar Nashat (*1975), senza titolo, 2018, stampa UV su idrocal, gesso, gomma e acciaio verniciato a polvere, 108.3 x 87 x 4.4 cm
Come avviene la selezione degli acquisti?
La selezione avviene tramite la Commissione d’arte, che è pure responsabile delle acquisizioni. Quest’ultima è costituita dalla Curatrice e un collega che si occupano esclusivamente della Collezione, oltre a 4 collaboratori del Gruppo (sparsi sul territorio) che hanno un interesse e sensibilità particolare per l’arte contemporanea. Non da ultimo ci si avvale di un consulente esterno (attualmente Giovanni Carmine), che dev’essere un esperto del settore. Questa composizione credo ci differenzi molto da altre Commissioni.
Com’è entrata a farne parte?
Quasi per caso: durante una visita dell’allora Curatore nei nostri uffici di Lugano, ebbi l’occasione di confrontarmi con lui su alcune opere ivi esposte. Da questa discussione nacque in seguito la proposta di aderire alla Commissione, e vista la mia passione per l’arte contemporanea accettai con entusiasmo.

San Keller (*1971), Until the last dance, 2004, 55 contratti firmati sin dal 2004 e tutti i contratti che verranno firmati in futuro, 31 x 22.4 cm ciascuno

Francis Baudevin (*1964), Film 4, 2015, acrilico su tela, 65 x 65 cm
Chi è l'attuale curatore?
Barbara Staubli, storica dell’arte, è responsabile della Collezione sin dal 2014. Ha una vasta esperienza ed è membro dell’associazione internazionale dei Curatori.
Da chi viene nominato il curatore?
È un processo che avviene all’interno dell’Istituto, la proposta arriva comunque dalla Commissione.
Esiste una policy per gli acquisti e le vendite?
Sì, ben articolata, ed è stata rivista ultimamente per adattarsi all’evoluzione del mercato, soprattutto per quel che riguarda le fasce di prezzo e chi/quanti membri della Commissione debbano vedere l’opera in originale. Le vendite non sono previste.

Christian Marclay (*1955), Actions: Splat Splooch Whap Blub Squich, 2014, inchiostro per serigrafia e acrilico dipinto su carta, 213.5 x 148.2 cm

Jules Spinatsch (*1964), L'éclat c'est moi, 2013, stampa a getto d’inchiostro su carta, montata su aluminio, 133 x 111 cm
Può dirci qualcosa di più sul processo di acquisizione?
Ogni membro della Commissione si impegna a proporre una potenziale acquisizione, argomentandone le ragioni. Le proposte vengono poi discusse dal Comitato (che si riunisce 5-6 volte l’anno) il quale procede alla votazione finale. É un approccio molto interessante è arricchente per tutti date le diverse sensibilità e preferenze. Inoltre, è anche un esercizio di pazienza e democrazia. Ci tengo a sottolineare che l’opera oggetto d’interesse dev’essere vista preferibilmente in originale da ogni membro della Commissione.
Quali sono le considerazioni o le strategie di acquisizione?
Viene posta particolare attenzione alla qualità e all’innovazione del lavoro dell’artista e a come si è sviluppato il suo approccio artistico.

Vittorio Brodmann (*1987), Little Sense of Urgency, 2019, acrilico e olio su tela, 160 x 120 cm

Valentin Carron (*1977), Des lignes des doigts, 2016, inchiostro di vinile su tela in pvc, tubo d’acciaio galvanizzato e filo metallico, 50 x 40 cm
Chi sono i fruitori della collezione?
Per lo più la clientela e i collaboratori del Gruppo.
JB come riesce a coivolgere il pubblico?
Le opere sono esposte nelle zone dove accede la clientela e nei salotti di attesa, negli uffici, nelle zone ristorazione, nei foyer e nei corridoi delle varie sedi dell’Istituto. Per noi si tratta di stimolare discussioni e confronti tra colleghi, nonché con i visitatori, sulle opere esposte nei nostri edifici. Riteniamo sia fonte di ispirazione e di stimolo. Talvolta organizziamo delle visite guidate presso la nostra sede principale a Zurigo per gruppi ristretti.
In passato abbiamo effettuato alcune mostre in musei sul territorio svizzero, abbiamo inoltre un sito (www.artcollection.juliusbaer.com/) dove organizziamo delle esposizioni virtuali temporanee. Tra l’altro partecipiamo ad alcune Fiere con una lounge dove invitiamo pubblico interessato all’arte contemporanea.
Effettuate prestiti alle istituzioni pubbliche?
Sì, questa è pure un’attività che svolgiamo volentieri, sempre nell’ottica di promuovere l’arte.