12/04/2020 | Maria Adelaide Marchesoni

MACAAL, museo privato a Marrakech

Il collezionista Othman Lazraq promuove l'arte africana

Alto, dinamico, con un bel sorriso, Othman Lazraq, marocchino, poco più che trentenne, è cresciuto in una famiglia di collezionisti e ha sviluppato una sua predilizione per la fotografia. Il padre, Alami Lazraq, fondatore dell’impero immobiliare Groupe Alliances, ha iniziato a collezionare arte del Marocco 40 anni fa e poi, gradualmente, ha ampliato il suo interesse al resto dell'Africa. Othman, oltre ad ereditare la passione paterna, nel 2016, insieme a lui, ha dato vita al Museo d’Arte Africana Contemporanea Al Maaden (MACAAL) a Marrakech: un museo nuovo, che nella sua forma attuale fino ad una decina di anni fa non avrebbe potuto esistere, e che contiene l’incredibile collezione di 5.000 opere d’arte moderna e contemporanea africana e della diaspora.

Ho incontrato Othman Lazraq a Marrakech qualche anno fa durante la fiera 1:54 Contemporary African Art Fair. Quest’anno l’ho rivisto in occasione dell’opening della collettiva nel suo museo “Have You Seen a Horizon Lately?”, curata da Marie-Ann Yemsi. Una mostra che, prendendo a prestito il titolo di una canzone di Yoko Ono, esplora attraverso le opere di artisti emergenti e affermati internazionali la "Politica dello spazio/luogo", rappresentando un invito a percepire e ad apprendere il mondo in modo diverso.

HAVE YOU SEEN THE HORIZON LATELY?, 1967-2019, installazione "The Reflection Project, Lower Manhattan Cultural Council, New York , Yoko Ono , Photo: Isabel Asha Penzlien

La prima opera d'arte che hai acquistato?

Ho iniziato a collezionare all'età di 20 anni. Il primo acquisto sono state due fotografie di Leila Alaoui della sua rinomata serie “The Moroccans”. È lei che mi ha introdotto alla fotografia. È un'opera molto importante per me, sia come appassionato della fotografia, sia come uomo orgoglioso delle sue origini, perché fa eco alla famosa serie “The Americans” di Robert Frank, un'icona della fotografia americana. Ho conosciuto Leila Alaoui mentre vivevo a New York e siamo diventi amici. Fotografa documentarista, nata a Marrakech e cresciuta a Parigi, è morta all'età di 33 anni a Ouagadougou, nel Burkina Faso, mentre lavorava ad un progetto fotografico per una campagna per i diritti delle donne, “My Body My Rights”, per Amnesty International. Le due fotografie di Leila che ho comprato fanno riferimento alla serie che documenta le tradizioni culturali e la diversità etnica del Marocco, realizzata tra il 2010 e il 2014. Una ritrae un venditore di orologi con un elaborato copricapo, fotografato in un suq delle montagne dell'Atlante, l’altra un anziano della regione costiera settentrionale del Marocco.

Leila-Alaoui-Boumia-The-Moroccans-series-©-MACAAL

In collezione hai artisti emergenti o affermati?

La collezione della mia famiglia si concentra su opere di artisti di spicco provenienti dal Marocco e dai paesi vicini. Al MACAAL, il nostro obiettivo principale è quello di garantire la promozione delle future generazioni di artisti, sostenendo la loro creatività sia a livello regionale che internazionale.

Come si arricchisce la collezione? 

Attualmente stiamo discutendo l'acquisizione di opere presenti nell'ultima mostra “Have You Seen a Horizon Lately?”. In questo modo possiamo arricchire la collezione con opere che hanno contribuito al successo delle nostre mostre, sostenendo al tempo stesso gli artisti che hanno collaborato con noi. In un certo senso, è una parte della storia del MACAAL che vogliamo preservare. 


 

Il linguaggio artistico che ti appassiona di più?

La creatività africana è sicuramente il "tema" più ampio che unisce la nostra collezione e le mostre al MACAAL. Personalmente mi appassiona la fotografia africana contemporanea, infatti la fotografia è sempre più presente in collezione, insieme ad altri nuovi mezzi espressivi come il video e l'installazione. L'approccio di ogni singolo artista della collezione è diverso. Ciascuna opera racconta una storia originale e la collezione è il libro che le riunisce tutte quante insieme.

Maxwell Alexandre, Pardo è papel: first contact, 2020, drawing and installation, installation view, HAVE YOU SEEN A HORIZON LATELY, MACAAL, 2020

L'ultima opera d'arte che hai acquistato?

Un'opera di Mohammed Arejdal, “Arc en ciel III”, acquistata presso la galleria Comptoir des Mines nel febbraio 2020 durante la fiera 1-54 a Marrakech. Penso che Mohammed Arejdal sia uno degli artisti più completi e di talento della sua generazione. La sua pratica multidisciplinare esplora i legami tra i gruppi sociali, ispirandosi ai suoi viaggi e alle interazioni umane. Arejdal spinge i confini dell'arte contemporanea, mentre si interroga sulla situazione degli artisti in Marocco e sulle diverse comunità esistenti nelle aree rurali del nostro paese.

Mohammed Arejdal, “Arc en ciel III”, 2019 Traditional wooden hoop, wool balls, Installation view, Photo courtesy the artist and Comptoir des Mines

Mohammed Arejdal, “Arc en ciel III”, 2019 Traditional wooden hoop, wool balls, Photo courtesy the artist and Comptoir des Mines

Perché hai scelto Marrakech per aprire museo?

Sono nato qui e, naturalmente, questa città occupa un posto molto speciale nel mio cuore. È anche il luogo dove è stata avviata la collezione Lazraq. Ma la ragione principale è che l'obiettivo del museo non è solo quello di favorire le interazioni culturali Sud-Sud, ma anche di capitalizzare lo status di destinazione turistica internazionale di Marrakech. Dal 2018 la città è stata riconosciuta come il nuovo crocevia dell'arte africana contemporanea, aumentando la sua dinamicità artistica e culturale grazie agli eventi organizzati da MACAAL e grazie alla nascita della fiera 1-54 Contemporary African Art Fair.

Akira Ikezoe, Coconut Heads in the Starry Sky, 2019 Oil on canvas, 157 x 127 cm. Photo courtesy of the artist and Proyectos Ultravioleta

Akira Ikezoe, Coconut Heads in the Starry Sky, 2019 Oil on canvas, 157 x 127 cm. Photo courtesy of the artist and Proyectos Ultravioleta

In che modo MACAAL promuove l'arte contemporanea africana?

MACAAL è stato uno dei primi musei privati dedicati all'arte africana contemporanea nel continente. Dal nostro punto di vista, l'arte è per tutti, quindi al MACAAL lavoriamo secondo uno spirito di condivisione, sostegno reciproco e networking, partecipando così allo sviluppo di Marrakech come centro continentale e internazionale dell'arte africana. Prestiamo opere d'arte, collaboriamo con istituzioni pubbliche e private e partecipiamo ai grandi eventi nel mondo dell'arte. Sosteniamo, inoltre, gli artisti su vari livelli, aiutandoli finanziariamente a produrre un'opera d'arte, o offrendo loro visibilità attraverso mostre e conferenze. Spesso li invitiamo a produrre in loco per le nostre mostre e nel 2019 abbiamo lanciato la nostra residenza d'artista, MACAAL Residence.

Oltre al MACAAL, per più di 10 anni Fondation Alliances si è ritagliata un posto nel mondo dell'arte attraverso iniziative come Lcc Program - un concorso fotografico per artisti africani - e molteplici piattaforme culturali e sociali. MACAAL nasce dalla consapevolezza di dover sostenere tutto ciò con l'opportunità di mostrare e promuovere l'arte africana in modo più ampio e internazionale. 

MACAAL si basa sull'idea di creare una comunità forte, di coinvolgere la gente del posto e di sostenere gli artisti. Ci consideriamo come una nuova voce, come un hub per la creatività africana. In Marocco, l'arte e la cultura sono da sempre considerate elitarie, quindi una delle nostre principali missioni di MACAAL è quella di democratizzare l'accesso all'arte con mostre, workshop ed eventi inclusivi tutto l'anno, per mostrare un mondo dell'arte giovane e vivace, accessibile a tutti. Per questo organizziamo week-end "Pay as you wish" e attività per le associazioni locali. 


Amina Benbouchta, Eternel retour du désir amoureux, 2019. Installation, wood, neons, objects, sound, variable dimensions. Photo courtesy of the artist © Rabat Biennale 2019.

Un acquisto mancato: per quale motivo?

Avrei voluto comprare Michael Armitage tempo fa. Ora sta diventando inaccessibile.

 Cinque artisti che sono nella lista dei desideri.

Nkosi Thenjiwe, Madelynn Green, Dora Dalila Cheffi, Etel Adnan, Phoebe Boswell.

Othman Lazraq photo: C. Saad Alami