Como | Italia

Collezione Bordoli

Commercialista specializzato in governance societaria e operazioni aziendali straordinarie

Cosa significa per te collezionare?

Indirizzare passione, tempo e risorse verso la costruzione di una testimonianza del mio gusto e del mio pensiero. Qualcosa che possa rimanere nel futuro, ma anche dare godimento quotidiano oggi!

Quando e perché hai iniziato a collezionare?

Faccio l’economista di professione e, forse proprio per questo, sono allergico agli investimenti in borsa. Ho sempre pensato che l’arte contemporanea sia un bellissimo modo per divertirsi ed investire bene i propri risparmi. Ho iniziato alla fine del 1999, quindi sono proprio 20 anni ora.

Nan Goldin, Julia on Maria's Back, 2001, fotografia

Quante opere hai in collezione?

Il numero è sempre in evoluzione, ma ci stiamo avvicinando a 400. Mi fa una certa impressione, se ci penso!

Il focus della tua collezione?

L’unico focus è... non avere focus! Sono aperto ad ogni tipo di suggestione.

La prima opera che hai acquistato?

Una carta di Tancredi del 1951. Bellissima come un Pollock.

David LaChapelle, Angelina Jolie in Poppy Field, 2001, digital print ed 6/7, 75 x 100 cm

L’ultima opera che hai acquistato?

Un dipinto e collage di Spencer Sweeney, ragazzo californiano che faceva il dj alle feste di Gavin Brown e per caso gli propose alcuni suoi dipinti fatti nel tempo libero. Comprai una sua grandissima tela nel 2006 per 2.000 dollari. Oggi lavora con Gagosian!

L’acquisto mancato: per quale motivo?

Durante il cantiere per la costruzione del nuovo Studio Bordoli, avevo commissionato un progetto per l’ingresso ad una sconosciuta ma geniale artista tedesca, Katharina Grosse. Avrebbe cosparso di colore la parete ed il pavimento della reception, opera di grande impatto, ma assai vincolante per lo spazio. Quindi optai per altro...  Per un’installazione del genere della Grosse oggi non basterebbero 500.000 euro. Ma gli errori fanno parte del percorso di ogni collezionista!

Eleanor Antin, The Artist's Studio (From The Last Days of Pompei), 2001, fotografia, 117,5x150,5 cm

Il linguaggio artistico che ti appassiona di più?

Tutto ciò che è concettuale, perché ti spinge a studiare e a riflettere per capire.

Cinque opere che sono nella tua lista dei desideri.

Nedko Solakov, un omone geniale e bonario, un poeta in ogni cosa che fa. Gregory Crewdson, le sue foto generano dubbi e incognite, e ciò le rende potenti. Tutta la Transavanguardia, ma soprattutto Chia e Cucchi, pazzescamente sottovalutati ora. Pino Pascali, il più grande vero artista italiano del ‘900 insieme a De Chirico, Fontana e Schifano. Ho già tantissimi suoi disegni e schizzi, ma ne comprerei all’infinito... Ettore Spalletti, un poeta appena scomparso, poche opere sul mercato, ma tutte bellissime. Wang Qingsong, il capostipite, il guru di tutti i fotografi della new generation cinese, fonte di ispirazione per la tradizione concettuale e politica orientale, con influssi consumistici occidentali.

Rinus Van De Velde, Let Me Do The Talking, 2008, carboncino su cartoncino, 120x150 cm

L’importanza delle fiere d’arte per i tuoi acquisti?

Frequento molto meno le fiere rispetto a qualche anno fa. Sono oramai eventi di massa, dove si perde lo status elitario e tranquillo del collezionista. E, infatti, si innesca la spirale della preview, della pre-preview, della vip choice e così via! Tutto abbastanza ridicolo. Quasi fosse un patentino del “buon collezionista”! Ho “collezionato” tutte le vip card ricevute in questi anni, occupano oramai un intero scatolone.

L’importanza dei social media per i tuoi acquisti?

Non ho ancora sufficiente esperienza diretta, ma credo che ogni opera vada toccata e assaporata fisicamente.

Francesco Clemente, Portrait of Emilio, 2004, acquarello su carta, 35x50 cm

Ti piace conoscere gli artisti quando decidi di comprare un’opera?

Il mio rapporto è con l’opera, non con l’artista, ragione per cui non ritengo indispensabile farne la conoscenza diretta. Spesso, addirittura, la personalità dell’artista ha influenzato negativamente la mia percezione della sua arte.

T
ra i protagonisti del mondo dell'arte che hai incontrato, chi ti ha maggiormente colpito?

Cito tre persone famose fondamentali per la mia formazione di (allora) giovane collezionista: Achille Bonito Oliva, con cui ho realizzato il volume edito da Skira dedicato alla mia collezione di opere di Pino Pascali. Bruno Bischofberger, il gallerista europeo di Warhol, Basquiat, Barcelò, Cucchi, Schnabel, Condo. Fui ospite a casa sua a Sankt Moritz, quando Francesco Clemente mi ritrasse con l’acquerello! Jeffrey Deitch, grande critico e gallerista americano, sempre un passo avanti a tutti.

Tra gli artisti contemporanei chi vorresti invitare a cena?

Ho in mente diverse artiste giovani e carine.... Scherzi a parte, l’arte è un bellissimo modo per conoscere gente affascinante.

E tra quelli del passato?

Direi Modigliani e Picasso, per i motivi di cui sopra!

P
ro e contro il prestito d’arte?

Assolutamente favorevole! A patto, ovviamente, di avere un progetto serio e con una bella pubblicazione. Le opere devono vivere e viaggiare, vanno condivise! In questo momento, per esempio, due opere di Bruna Esposito della mia collezione sono a Buenos Aires al Muntref, per poi tornare a Roma alla GNAM.

Sandro Chia, Il pittore e il suo tappeto, 2005, olio su tela, 162x130 cm

Bettina Rheims, Sybil Buck, 1996, C-print su alluminio, ed. di 5, 150x120 cm

Emilio Bordoli